VALENTE – Il blu di ieri (Recensione)

VALENTE – Il blu di ieri

(Soviet Records/Audioglobe)

 

Ascolti “Il blu di ieri” e ti vengono in mente, pensando allo scenario italiano, una sorta di Franco Battiato dopo l’abbuffata electro synth o new wave anni 80, o anche l’Enrico Ruggeri periodo Decibel. Pensando a uno scenario più internazionale è chiaro che qui si evocano Joy Division, i Cure (di cui fanno una originalissima cover che diventa jam session in cui si ritrovano tutti i musicisti che hanno partecipato al disco. Xabier Iriondo degli Afterhours compreso), ma anche i Japan e in particolare il suo bassista, Mick Karn. E’ proprio l’uso del basso (per essere precisi del fretless bass), in particolare in brani come “Un mondo nuovo” o “Notti senza sogni” che sgancia in qualche modo il disco dai luoghi comuni degli anni 80 (che comunque qui vengono reinterpretati sempre con gusto e cognizione di causa, senza essere solo mera ripetizione degli stessi), proponendoci una sorta di post wave jazzy molto elegante.