Un lavoro sicuramente più Italiano, intervista ai Traindeville

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Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/7900-caffe-fortuna) esce il 10 dicembre il secondo cd dei Traindeville, duo composto da Ludovica Valori e Paolo Camerini: dieci brani originali in italiano e in inglese oltre a due brani tradizionali (uno italiano, Maremma Amara, e uno proveniente dai Balcani, Ajde Jano). Un nuovo capitolo del viaggio musicale della band. Caffè Fortuna, il brano che dà il titolo all’album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. Abbiamo fatto 4 chiacchiere con la band per conoscerli meglio.

1) Il nuovo disco com’è nato?
Dopo un primo disco più “inglese”, che rispecchiava un periodo in cui abbiamo vissuto in un ambiente internazionale, a Goa (India), questo secondo lavoro è sicuramente più italiano: sia perché da tre anni siamo più stanziali, ma anche perché abbiamo sentito l’esigenza di raccontare storie del nostro paese. “Caffè Fortuna”, la canzone che dà il titolo al disco, è nata in Lussemburgo durante un mini-tour. E’ un dialogo tra un padre emigrato lì per lavorare in miniera e un figlio che si sente “mezzo straniero e mezzo italiano”: una condizione peculiare e abbastanza rappresentativa di questi tempi. Poi c’è “Taranta migrante” che parla della migrazione attuale verso l’Italia e delle strumentalizzazioni politiche che se ne fanno, ma anche “Roma Randagia”; un brano dedicato agli artisti di strada romani e alla mancanza di regolamentazione che fa sì che siano trattati come accattoni o disturbatori, o vengano assimilati al fenomeno della movida che non c’entra assolutamente niente… insomma tocchiamo tanti temi!

2) Che musica ascoltate?
Ci piace ascoltare di tutto, siamo da sempre interessati ai percorsi di sperimentazione e anche all’improvvisazione estrema. Da John Zorn a Carosone, l’importante è che sia musica di qualità e che comunichi qualcosa. Del resto abbiamo suonato di tutto nelle nostre singole carriere, dallo psychobilly al punk alla classica… naturalmente andiamo anche a sentire molti concerti. Ci piace molto seguire i live dei musicisti nostri amici.

3) Cosa pensate del panorama indipendente italiano?
C’è un panorama molto vario, tanti musicisti realizzano cose belle in modo indipendente e questo è un fatto assolutamente positivo. Poi in parallelo c’è il fenomeno dell’indie italiano che troviamo un po’ ambiguo, nel senso che se poi certi personaggi approdano ai talent vuol dire che forse non credevano davvero all’essere indipendenti come scelta, o sbaglio? Cioè, l’underground ha senso perché qualcuno crede che ci sia proprio un altro modo di essere artisti e quindi vive e produce la propria arte in modo alternativo, senza piegarsi a certi diktat. Ma forse siamo noi che siamo troppo romantici (ride).

4) Avete mai pensato di andare ad un talent?
Il talent è un po’ il concetto di fast-food applicato alla musica: omologa tutto in un format televisivo e non c’è niente di male in questo, il problema oggi è che sembra che un artista possa “farcela” solo ed esclusivamente se va al talent. La tv oggi dà spazio alla musica solamente in questa forma ed è un peccato perché si potrebbero realizzare programmi bellissimi presentando gli artisti per quello che sono e non rendendoli “personaggi per forza” in questi carrozzoni. Il talent illude tantissime persone giovani e vulnerabili, poi quando si spengono i riflettori ti rimane addosso l’etichetta di “quello che ci ha provato ma non ce l’ha fatta” e questo è letale: anche se vinci è la stessa cosa perché magari poi fai i concerti e la gente non ci viene perché non ti sei costruito un vero pubblico, hai solo avuto un’audience televisiva che è una cosa diversa. Tempo fa Dave Grohl rilasciò una dichiarazione su cui siamo assolutamente d’accordo: “Non voglio che mio figlio pensi che l’unico modo per diventare un musicista sia quello di presentarsi ad un concorso di canto, stare di fronte ad un multimiliardario che ti dice che non sei un buon cantante. Non credo che sia il modo giusto per cominciare una carriera e soprattutto a mio avviso non è questo il senso di fare musica”.

5) Dove possiamo ascoltarvi dal vivo?
A fine gennaio presenteremo il cd a Roma, la nostra città, in un luogo a cui siamo molto affezionati: Zazie nel Metrò, al Pigneto. Un locale “di quartiere” nel senso che realizza molte iniziative sul territorio e sostiene realtà indipendenti e autoprodotte. Poi faremo altre date e showcase nei dintorni della capitale, nel frattempo stiamo lavorando sulle date estive. Seguiteci sul nostro profilo facebook www.facebook.com/traindeville e sul nostro sito www.traindeville.com