SINFONICO HONOLULU – Thousands Souls of Revolution (Recensione)

cover sinfonico honolulu

SINFONICO HONOLULU – Thousands Souls of Revolution (Autoproduzione)

 

Sinfonico Honolulu sono un originalissimo progetto. Un’orchestra di 10 elementi composta da 8 ukulele, basso, percussioni e un vocalist. Insieme, in questo disco, rivedono e correggono con uno degli strumenti più rivalutati degli ultimi tempi (l’ukulele, appunto), classici degli anni 80. Brani famosissimi come “Personal Jesus” dei Depeche Mode, passando per “Killing Moon” di Echo & The Bunnymen, la storica “Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division, e poi ancora il Johnny Rotten Dei PIL, gli Stranglers, i Cure di Faith, Ultravox, Julian Cope, per finire con un remake di “Lonely Boy” di Black Keys. Il primo effetto di questo disco è, come è successo a noi, di andare subito a farsi una playlist anni 80 su Spotify, poi andare ad ascoltarsi gli originali e fare il paragone con le versioni qui proposte. Crediamo che il primo obiettivo, ovvero quello di omaggiare gli eighties (spesso bistrattati se si pensa solo a gente come Duran Duran o Human League, ovvero il pop più becero di quel periodo), sia stato raggiunto dai Sinfonico. Ma dopo aver fatto il paragone con gli originali, che spesso mette alla luce più difetti che pregi delle cover, possiamo senz’altro dire che, grazie soprattutto ai bellissimi e originali arrangiamenti per ukulele, l’orchestra esce a testa alta da questa operazione di remake.