Fare luce sugli angoli bui dell’anima, intervista a Phauba

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Francesco Aloe, in arte Phauba, inizia come piccolo scrittore, vincendo anche un premio letterario per un racconto breve sul Mezzogiorno. Pubblica racconti brevi su riviste indipendenti di controcultura e pubblica articoli su giornali locali. Negli anni 90 si dedica al teatro come attore e curatore di musiche. Alla fine degli anni novanta fonda il gruppo “Skarika Kanali” che offre sonorità tra il gotico e il popolare in dialetto calabrese. Il viaggio dura un paio di anni e si evolve in Redambula che allarga i confini nel completo Sud e si allontana dall’atmosfera gotica e new wave. Nel 2001 breve esperienza nel Nord della Germania con paio di concerti in duetto con un altro artista popolare calabrese. Trasferitosi nel sud della Germania, nella splendida Foresta Nera, abbandona la musica popolare e si dedica al rock alternativo e alla pittura. Riscontrando ottimo successo con la pittura abbandona per breve la musica per poi riprendere attivamente nell’autunno del 2014 con in testa un progetto psichedelico che vede la luce il 28 maggio 2015 e prende forma nell’inconsueto e intenso album Desiderio d’argento, completamente indipendente ed autoprodotto dall’etichetta fantasma senza scopi di lucro Black Forest Anomalie fondata dallo stesso Autore. Dall’agosto 2015 Francesco Aloe diventa Phauba come anticipo dei nuovi progetti musicali in corso e in una veste polistrumentista evoluta che gli permette di curare anche tutti gli arrangiamenti senza correre a divergenze del suo stile e rimanere fedele alle sue idee. Phauba lontando dai cori nega il consumismo, per questo decide di non usare lo Smartphone oggi divenuto solo strumento di schiavitù del capitalismo, ma non per questo rinuncia all’uso con pc di Internet, estrapolando i lati buoni del traguardo tecnologico.

Il 25 aprile esce il primo album come Phauba: Il vangelo secondo Phauba composto da 6 brani anomali, 5 considerando il brano “Il vangelo secondo Phauba“ che è composto da due atti. Album che nasce dall’esigenza di sperimentazione e dalla sete di poesia. Le trame musicali sono luoghi per il futuro, magie per pochi superstiti. Dalle rovine di un mondo in macerie si elevano versi di animali robotici e una lirica d’amore rimane sospesa, come tra le nuvole. Phauba è un Ibrido metà scimmia metà uomo, una simbiosi che ci regala un mondo possibile con amore e fratellanza. Un viaggio intenso nella mente strana di un poeta fuori dalla Storia, lontano dalle mode e incollocabile nel tempo. Sei parabole d’amore che danno vita ad un vangelo e la sua eco: l’unica via della felicità è la musica. Per la musica il sacrificio di se stessi. Phauba è il cammino tortuoso e difficile prima delle visioni paradisiache dell’estasi. Nel cammino sono concessi ostacoli, dissonanze, rumori, fruscii, provocazioni, bestemmie, tentazioni. Phauba è la semplice negazione del consumismo, del materialismo. Il vangelo sfida ogni regola di musica e di mercato. E’ prodotto dall’etichetta fantasma “Black Forest Anomalie” che nega ogni forma di capitalismo.

Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio:

– Com’è nato il tuo disco?
Questo disco è nato fortuitamente dopo un sogno tormentato finito con un grido. Una notte quando nel letto i pensieri diventano incontrollabili e trasmutano in visioni, in poesia. Tutto quello fatto prima de „Il vangelo secondo Phauba“ è stato un cammino di sperimentazione e di definizione di stile e di suoni, nonché anche del modo di intendere un brano, la composizione stessa di esso e il suo arrangiamento. La visione di un evangelario lasciato da uno sconosciuto chiamato Phauba: un ibrido metà scimmia metà uomo. Phauba come profeta che parla d’amore e di un mondo possibile senza odio, senza guerre, senza religioni, senza il capitalismo. Ho cercato di comporre arrangiamenti da cui poi il fruitore può estrapolarne se vuole qualcosa che può definire brano o canzone. Quindi il vangelo nasce come un esperimento di poesia con l’utilizzo di metodi e approcci anomali, che vanno dai supporti LO-FI propriamente voluti alla registrazione, e la scelta di suoni sintetizzati ed elettronici posti a definire un inquadramento temporale immaginario.

– Da quanto tempo ti dedichi alla musica?
Dalla prima adolescenza, quando lavorai un’estate intera come cameriere per comprarmi una chitarra acustica nera, ricordo che era una Suzuki. La cosa più strana è che non ricordo più che fine abbia fatto quella chitarra…

– Secondo te nel 2016 è possibile vivere di musica?
Certo, ma con buone dosi di fortuna, di molto impegno e di competenza. Puoi essere un musicista di smisurato talento ma se non hai alle spalle persone competenti che ti curano la pubblicità, le rassegne stampe, l’organizzazione delle serate e d’ogni tipo di evento, rimani da solo. Devi crearti dei contatti per innescare un meccanismo che crea ricchezza sia economica che culturale.

– Il disco è una volontà di dire la tua sul mondo?
Sul Mondo non voglio dire niente, questo lo dicono già in molti, io voglio dire del mio mondo. A chi riesce a cogliere cerco di far dare un’occhiata nel mio mondo interiore, che fatato mi rende felice, tutti i giorni. Quindi voglio far gli altri partecipi di questa mia felicità.

– Quale canzone è più rappresentativa del tuo album?
Anche se il mio brano „L’amore proibito“ sta conquistando la vetta della Euro Indie Music Charts, „Der Himmel ist voller Engel“ è il brano che rappresenta di più il mio l’album „Il vangelo secondo Phauba“ sia per il sound con le chitarre distorte incrociate che è Phauba puro, sia per il testo che parla di una città immaginaria al baratro, distrutta dalla fame e dalla disperazione, ma alla fine un filo di speranza nel cielo avvolto da angeli, le atmosfere vaporose lasciano poi il posto alla luce, all’estasi.


– Pensi che gli uomini siano tutti peccatori?
La natura dell’uomo di per sé curiosa, è facile che cada nelle tentazioni. La tentazione fa molte volte l’uomo peccatore, ma questo non importa se il peccato conduce alla conoscenza, o all’estasi. Basti che il peccato non crei male, ma ci indichi la via della salvezza.


– Come può la musica aiutare gli uomini?
Aiutare in che senso? Quale tipo di aiuto? Troppo generico, certo la musica può confortare, la musica può intrattenere, far sognare, far godere. Sono tante le forze della musica, può diventare anche la colonna sonora di battaglie, o della propria battaglia personale. La musica può aprire cuori o porte che poterebbero rimanere sempre chiuse senza di essa…


– E la tua musica pensi possa dare un contributo?
Questo non posso dirlo io, la mia musica è una scintilla, gli ascoltatori possono farsi accendere dal suo fuoco. Io cerco di non fare musica banale, sono molto critico con me stesso da fare cose che possono risultare poi inutili. Cerco di far luce su alcuni angoli bui dell’anima, senza pretese, con il cuore nelle mani, e col respiro trattenuto…

Link album su Spotify: https://play.spotify.com/album/6o9Rw5Q68iyU3ogzFtt9ao

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