Sono solo un chitarrista che canta, intervista a Matteo Pascotto

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Matteo Pascotto nasce a Portogruaro in una casa in cui c’è sempre stata musica. Tutto è cominciato con una chitarra, una Eko primi anni ’70, la regalò la madre al padre sperando che imparasse a suonarla; lui non lo fece ma lo fece Matteo. Primo premio al Concorso Nazionale “Scrivere in musica” CEM di Pordenone con il brano “Le mie mani” uno dei singoli dell’album d’esordio “Ora puoi uscire”, il 22 Giugno 2017 pubblica 8 COSE il suo nuovo elegantissimo album.

Abbiamo scambiato 4 chiacchiere con Matteo per conoscere meglio lui e la sua musica.

 

Come ti sei avvicinato alla musica?
C’è sempre stata musica in casa mia. Mio padre canta da sempre in un coro, mia madre cantava sempre, anche mentre lavorava in casa. Sono stato fortunato. Ho ereditato da loro anche un sacco di vinili.. A 15 anni circa ho deciso di sistemare la vecchia Eko che adesso è in copertina di “8 Cose”. Era ferma e impolverata in un angolo di una stanza. Da li ho iniziato a strimpellare, poi è iniziata una storia d’amore.

Ti definisci un cantautore?
Io sono più un chitarrista che canta. Mi definisco sempre chitarrista e cantautore. Quando sul palco sono da solo, mi esibisco chitarra e voce, mi appoggio proprio su di lei in tutti i sensi. Anche gli arrangiamenti hanno sempre un dialogo e un appoggio su quello che fanno le chitarre. Il cantautore è venuto dopo, c’è voluto molto lavoro su di me (che continua tutt’ora) per farlo uscire. Quando ho scritto “La Tua Armonica”, per la prima volta con una mia canzone ho sentito qualcosa di forte nella pancia, subito dopo ho capito che forse avevo delle cose da dire anch’io..

Come è andata con il tuo primo disco?
Il mio primo disco si intitola “Ora puoi uscire”. E’ un paradosso perchè in realtà non ero veramente ancora pronto per uscire. Era l’istinto e l’orgoglio che volevano uscire, ma l’artista era ancora chiuso in un guscio. Pubblicato il disco mi sono trovato solo, senza energie, spaventato, senza idee; per due anni ho fermato tutto. E’ stato bruttissimo. Difficile poi ripartire. Col senno di poi, mi dico che è stato comunque un salto coraggioso ed importante e bene che io l’abbia fatto, ho potuto capire un sacco di cose di me; soffrendo un pò però. Ora mi sento bene, sono pieno di idee ed energie e, stare soli, fa meno paura.

Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
Che mi faccia crescere e che attiri il più possibile l’attenzione sul mio progetto. Non voglio più fermarmi adesso.

Dove potremo ascoltarti live?
Quest’estate, appena uscito l’album, ho suonato molto. Ho avuto anche l’onore di aprire ad Antonella Ruggero, al Sun&Sound Festival…bellissima esperienza. Ora sto riorganizzandomi e preparando nuovi concerti. Presto vi svelerò tutto sulle mie pagine. Vi invito a seguirmi! Anche nel mio canale youtube dove carico con costanza dei video live.

 

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