Alla formula tipica, alla triade famosa di sesso droga e rock n roll, Rubino ci aggiunge una quarta variabile; il cioccolato. E’ una dichiarazione, questa con cui si presenta, che la dice lunga sul suo approccio al rock. Non che Rubino non ci sappia fare con la materia. La chitarra elettrica la usa alla grande, regalandoci sempre riff accattivanti, graffianti. La sua voce roca, da impasto tra alcol e tabagismo (o altro, chissa?), fa il resto. Ma poi entra l’anima dolce di Rubino. Quella che gli fa pensare al cioccolato. Sicuramente dolce, visto che, nei contenuti, si rivela dolce e sensibile ad alcuni temi che in Italia appassionano molti (fortunatamente, basta guardare sui social quanta gente che ne parla); l’abbandono degli animali, cani e gatti, i nostri fedeli compagni che improvvisamente vengono buttati fuori dalla famiglia per motivi vari. E poi ancora, sempre accanto agli animali per il loro vergognoso sfruttamento di noi, cannibali che mangiamo carne. E quindi si spezza una lancia per gli animali con del sano rock vegano. E poi ancora l’autocritica di un uomo che con il suo orgoglio rimane solo. E un invito a mettere da parte questa “brutta bestia” che è l’orgoglio e aprirsi alla luce, all’amore.