[Recensione] Winona – “Fulmine”

Copertina Fulmine

Di chi andiamo a parlare oggi? Di una band estremamente complessa quanto interessante, i Winona.

Ho ascoltato e riascoltato per circa due settimane il loro album d’esordio “Fulmine”, uscito recentemente sotto etichetta Seahorse Recordings (tra le eccellenze nel panorama rock indipendente nostrano). Ho passato ore sul divano a farmi graffiare l’udito da questi tre ragazzi emiliani, non per mia ignoranza musicale ma per il semplice motivo che, cercando sul web informazioni inerenti al gruppo, mi scontravo con l’identificazione dello stesso all’emo rock anni 90 e, stupidamente, immaginavo una compagine trasportata alla malinconia più estrema e a un messaggio tragicamente triste. Non capivo appieno questo accostamento.

Mi sbagliavo.

Adesso comprendo a fondo il motivo del titolo scelto. Solo un fulmine può essere talmente d’impatto, improvviso, devastante ed esplosivo. Riporto una frase che mi è piaciuta tantissimo e che riassume appieno l’essenza di questo progetto: “Un cambiamento rapido e irreversibile, un caso che mai colpirà di nuovo nello stesso punto, l’unica possibilità di dire tutto quello che si porta dentro e dirlo con forza”. Winona, voi che provenite da Carpi, voi che dal 2009, anno della vostra nascita, avete deciso di buttarvi in questo oceano di squali (il mercato musicale odierno), avete dimostrato di avere idee chiare e coraggio da gladiatori. Dalle primissime note il loro sound indirizza immediatamente il pubblico su di un binario su cui è incisa a caratteri cubitali la parola rock, il che significa niente emo, alternative, punk o garage ma semplicemente adrenalina a fiotti e testi diretti, indi per cui tanta, tantissima emozione. L’album non è affatto malinconico bensì estremamente profondo, sia per il sound engineering sia per l’acume e l’espressività dei testi, sempre ben costruiti ma mai troppo ragionati o cervellotici, al contrario istintivi e d’impatto come richiede lo spirito dell’intero disco. I Winona incentrano gran parte di questo primo full-lenght sulla manipolazione che le major più influenti hanno nei confronti del teatro musicale di oggi; canzoni come “Bambini ex prodigio” o “Cannibali” esaltano magnificamente cosa possa significare essere marionette in mano ai potenti, cosa determini NON essere un cd box pronto per l’impacchettamento e l’invio nel girone dei reality ma, soprattutto, cosa voglia dire lottare, farsi le ossa e a spallate giungere sino a qui, oggi, attraverso sofferenza e lacrime. I brani di “Fulmine” colpiscono come lame affilate, sferzano incessanti colpi al costato attraverso le violente percussioni di Frank Prandi, i guitar riffs incandescenti e la voce di Michele “Mors” Morselli (un grido, a tratti un conscio lamento, che lascia cicatrici sulla pelle) e attraverso il basso di Marco Simonazzi, che ci culla (quando è placido) e ci schiaffeggia (quando esplode). Se proprio devo trovare un difetto nel lavoro è semplicemente la ripetitività di certe sonorità in alcune tracce. Poco importa però, poiché quando un gruppo suona, sogna e grida al microfono è solo per far giungere un messaggio a noi che ascoltiamo, e i Winona lo hanno fatto. Grazie da un Dj con jack alla mano.

Giuseppe a.k.a Dj Seep a.k.a B-Traxx

https://www.facebook.com/winonacarpi

https://soundcloud.com/winonafulmine/sets/fulmine-1