Intervista: Mico Argirò in “Irriverentə” racconta “contraddizioni e sporcizia” degli anni ’20

Eccoci con Mico Argirò online con il suo nuovo album “Irriverentə”. Questo lavoro miscela elettronica, pop, cantautorato e molto altro. E’ forse il “non avere genere” il genere di Mico?

Non è un caso che “Irriverentə” finisca con la schwa… questo disco è senza altro genere che non me stesso. C’è tutta la follia di mischiare riferimenti distantissimi, ma che credo suonino bene insieme. Perchè porsi dei limiti? Perchè negli anni 20, con tutte le possibilità di oggi, le canzoni suonano generalmente simili?

Qual’è il tema centrale di questo album?

Gli anni 20. Bruciati, assurdi, paradossali, pesanti, energici. Ho provato a raccontare il mondo intorno a me e, inevitabilmente, il mondo dentro di me. Credo di aver cristallizzato un momento nel quale vedo tanti riconoscersi e ne sono felice.

Come mai la scelta di questo titolo? E soprattutto la sua particolarità nell’ultima lettera, Parlacene pure

Come dicevo prima la schwa è un non suono, che evita il genere nel linguaggio inclusivo. Ma oltre a questo è un simbolo che fa incazzare, puristi, bigotti, ma anche pseudo avanguardisti di superficie e l’ho trovato perfetto per queste canzoni.

Le otto tracce di “Irriverentə” toccano temi che fanno incazzare, che indignano, trattano il mondo in maniera laterale, urticante, personale.

A Mico Argirò fanno schifo gli anni ‘20?

No, fanno più schifo le persone degli anni 20, la musica degli anni 20, la politica degli anni 20. Non sono uno che si piega alla disillusione, sono più attivo e fattivo, combatto, ci provo. Questi anni 20 sono pieni di contraddizioni e sporcizia di ogni genere, ma sono anche gli anni in cui vivo, gli anni in cui posso fare qualcosa e ci sto provando.

L’album vanta molte collaborazioni. Ci sono degli artisti con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?

Sicuramente ci sono alcuni con cui vorrei farlo, di famosi e non, ma credo che la cosa dovrà attendere: dopo un album del genere, con tanti ospiti diversissimi per genere e vissuto personale, voglio fare qualcosa di più personale. Anche se non si può mai dire con certezza.

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