Intervista: Antonio Petrosino, online con Limiti

  • Eccoci su Music Reviews! Benvenuto Antonio e complimenti per la tua nuova uscita musicale! Prima di parlarne ci racconti quando è nata la tua passione per la musica?

Salve!E grazie, sia per lo spazio ,che per i complimenti.

La mia “storia d’amore”, con la musica è iniziata, all’età dei 6-7 anni prima col pop anni 80,poi col primissimo jova.

Alle medie un mio amico mi iniziò alla chitarra e al punk rock,rock e metal,poi autonomamente abbracciai i cantautori,il pop anni 90,musica latina, black music e molto altro.

Ho iniziato a scrivere i primi pezzi già nel periodo punk, i primi pezzi pop in italiano però sono venuti alla luce intorno ai 17 anni, ho continuato fino ai 25 grossomodo.

fino al punto in cui ho smesso di credere in ciò che facevo, e ho messo tutto in un cassetto.

Sono ripartito a 37 anni, grazie ad alcuni amici che hanno riacceso il sacro fuoco.

Quindi, prima Estate da incorniciare (agosto 2019), poi l’ep Anejo 20 ( tilde sulla n)poi altri due singoli a luglio 2020 hanno segnato il mio ritorno alla musica, con serietà, caparbietà, umiltà ed ambizione.

Ed ora eccomi qui con Limiti.

  • “Limiti” è il pezzo che hai fatto uscire da poco, sei soddisfatto di questa canzone?

Guarda, sinceramente, non ero molto convinto, ho quasi sempre parlato d amore nelle mie canzoni, questo testo, così personale e intimo non sapevo come sarebbe stato recepito.

Poi considerando che il testo è stato completamente sostituito,e anche la linea di canto.

Questo doveva essere il mio primo brano in inglese, If we try doveva essere il titolo, ma nella prima prova di registrazione ho sentito che qualcosa non andava, che si era perso il climax della canzone, così ho “riesumato” un testo  scritto due anni prima, per una canzone che non mi aveva convinto, sorprendentemente il testo metricamente era perfetto ed anche la linea di canto incideva molto di più a mio parere.

Comunque, faccio un paio di modifiche, aspetto la benedizione di Elemento Umano, il mio producer, ritorno in studio e registro..

Ascoltiamo il risultato finale,ed eccolo, il brividino lungo la schiena, quello che mi certifica se la canzone è valida.

Almeno a me succede così, se non sento il brividino, rimane un esperimento e non la pubblico.

Comunque rimanevo incerto  sulla reazione di amici, e ascoltatori, ma devo dire che con miei modesti risultati, sono molto soddisfatto di aver trasmesso quel brividino a chi ha ascoltato e gradito il mio brano.

  • Cosa sono per te i limiti?

I limiti per me sono tutto ciò che precludono il cambiamento, la crescita, la metamorfosi dell’essere umano.

E spesso sono creati da noi stessi, ecco perchè sto crescendo i miei figli col mantra il cielo è l’unico limite.

Ed ecco perché dopo aver cambiato lavoro quasi 10 anni fa passando da fare il muratore, a fare il barista, ho deciso poi, anche di smettere di guardare il cassetto dove era riposto il mio quaderno dei testi, e vedere che succedeva con le mie canzoni, nel bene o nel male.

  • Quali sono le tue influenze musicali?

Le mie influenze musicali sono molteplici poichè non mi fisso su un genere, un gruppo, un cantante.

Sono un ascoltatore curioso e famelico,se fai un viaggio con me possiamo passare dalle arie di Mozart,Beethoven ai Metallica, da Bob marley a 2pac,dal cantautorato al pop-indie moderno, Dal Boss a Brett Dennen, da john mayer a jacko, etc etc…

Anche se Lucio Dalla, Pino Daniele in particolare sono i miei fari..

Anche se non si direbbe dalle mie canzoni..diciamo che mi soffermo su artisti che forniscono immagini, nelle loro canzoni, e nel mio piccolo ciò che sento cerco di metabolizzarlo, per poi riprodurlo a mio modo, cercando di fornire a mia volta, le mie immagini

  • Quali obiettivi vuoi raggiungere quest’anno?

Beh, mi piacerebbe trovare un etichetta che creda in me, nel mio progetto, nella mia idea di musica, nel frattempo continuo a scrivere, a documentarmi, a perfezionarmi con gli strumenti.

A luglio parteciperò al Tour music fest, e sto aspettando la risposta di un altro paio di concorsi.

Diciamo che come si suol dire, in gergo ciclistico, sto a capo basso e pedalo, poi ciò che capita lo lascio capitare, senza ansie, senza furie.

La denominazione “Artista”…non la sento ancora del tutto mia… ma è in fase di costruzione, di definizione. Arriverà magari il giorno in cui mi sentirò un vero Artista, o quando sempre più persone mi riconosceranno come tale.