Intervista agli Helen Burns per il nuovo singolo Mindglass.

Torniamo a parlare degli Helen Burns e del loro singolo Mindglass.
La band si racconta nella nuova intervista.

Mindglass è il vostro nuovo singolo, un pezzo alternative-rock, a tratti cupo e riflessivo, cosa volete esprimere con questo brano?

Mindglass vuole essere l’espressione di uno nostro senso di inadeguatezza e insoddisfazione, qualcosa che ti porta a reagire in determinati modi. Ci siamo trovati più o meno tutti in situazioni del genere della vita e chiaramente ognuno reagisce a modo proprio, mindglass è il nostro.

Mindglass è anche il vostro primo videoclip, com’è stato per voi immergervi in questa nuova realtà? Raccontateci un po’ di come avete affrontato le riprese:

 Avevamo già da tempo in testa l’idea di fare un videoclip, è stato molto entusiasmante,            è un po’ come quando scrivi una canzone, a lavoro finito hai la concretizzazione di quello che hai in testa. Siamo partiti con le idee abbastanza chiare e siamo molto meticolosi e precisi in quello che facciamo, per noi era molto importante lavorare a stretto contatto con il regista e così abbiamo fatto. Il risultato finale ci soddisfa molto. 

Abbiamo visto qualche vostro live sui social, sul palco siete esplosivi! Come vi sentite quando suonate live davanti al pubblico? Quale vostro pezzo vi piace più suonare live?

Ti ringrazio per i complimenti. Il palco per noi è un mondo a parte, il nostro mondo. Riusciamo a distaccarci da tutto e ad esprimere al 100% noi stessi, è inspiegabile come sensazione e penso che ognuno la viva a modo suo. Per quanto riguarda il pezzo non credo di poterti dare una risposta, è come se ti chiedessi a quale dei tuoi figli vuoi più bene.

L’ultimo live che avete fatto per il lancio di Mindglass ha riscontrato molto successo. Che sensazione provate  a suonare le proprie canzoni davanti ad un pubblico?

Vedere che il pubblico canta qualcosa che hai scritto tu è una delle gratificazioni più belle che un cantautore possa avere. Quando ballano o si gasano con i tuoi pezzi ti senti completamente realizzato e apprezzato, senti di essere al posto giusto.

Cosa ne pensate della scena indipendente della vostra città? Si riesce a dare spazio agli artisti emergenti?

Siamo in contatto con molte delle band che appartengono alla scena musicale della nostra città, siamo un po’ tutti sulla stessa barca e quando possibile ci aiutiamo a vicenda, ciò non significa che manchi una sana competitività. La competitività ti spinge a migliorarti quindi è un bene che ci sia. Lo spazio è poco ma c’è, se lavori con costanza e dedizione le occasioni arrivano.

Tornando al brano, sono interessanti i versi: “Give me one more fate – For years I’ve known which was my place – I won’t live here once again”, il posto di cui parlate è fisicamente un luogo/città o più uno status mentale?

Direi entrambe, il contesto e il luogo in cui vivi influenzano indubbiamente lo stato psicologico. 

Avete dei live in programma?

Siamo costantemente a lavoro per portare la nostra musica sui palchi.

Link Spotify: https://spoti.fi/3aZOayD