- Ciao Mico benvenuto su Music Reviews! Da poco è uscito il tuo nuovo singolo “Le canzoni divertenti”, ce ne vuoi parlare?
Ciao, sono molto felice di essere con voi!
“Le canzoni divertenti” è il mio ultimo singolo ed è un pensiero sulla musica e sull’arte oggi, sulla loro funzione e sulle distorsioni nel nostro presente; un presente che richiede sempre più apparenza che essenza. Sembra un discorso trito e ritrito, ma in realtà è pura attualità.
La musica tende tantissimo a seguire mode, a cavalcare onde, si dedica sempre di più all’immagine, ai social, al politicamente corretto, al marketing e l’ascoltatore spegne sempre di più la testa.
- Com’è nato il featuring con Andrea Tartaglia?
Ci siamo conosciuti suonando sullo stesso palco, al Controcorrente Fest ad Agropoli, abbiamo stretto un bel rapporto e ne è nata una stima sia umana che artistica.
Gli ho chiesto di partecipare a questa canzone ed ha accettato con entusiasmo. La sua è una parte complessa, ma molto espressiva insieme. Credo abbia fatto un gioiellino.
- Come mai la scelta di inserire la lingua inglese nel testo?
Per me è una cosa molto inusuale, per altri più comune, qualche anno fa era una regola e noi che scrivevamo in italiano eravamo gli strani e i demodè. La parte, molto Beatles, mi chiedeva proprio quella lingua e allora mi sono fatto trasportare dall’arte. L’ho controbilanciata però col dialetto, col quale l’inglese qui si intreccia.
Per una questione di terra.
- Con che frase del testo riassumeresti il brano?
“Cosa posso cantare? Che moda devo seguire? Lo so che dovrei rilassarmi prendere tutto col cinismo di oggi, che l’importante è ridere, bere e sorridere.”
- Quali sensazioni vuoi trasmettere con “Le canzoni divertenti”?
In genere la mia musica è molto emotiva e si basa proprio sulle sensazioni, in questo caso credo si tratti di una canzone più di ragionamento, ironica, critica, riflessiva.