ELIAMO – Universi alternativi

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ELIAMO – Universi alternativi

 

Universi alternativi è il titolo del terzo disco di Stefano Eliamo, che rinnova la propria produzione artistica alla grande, con un’opera profonda e studiata minuziosamente.

L’album è composto da dieci canzoni intense ed ammalianti che, attraverso la musica e soprattutto i testi, riescono ad immergere l’ascoltatore in scenari ed atmosfere estremamente densi e carichi di forza emotiva (senza rinunciare però all’aspetto riflessivo: componente fondamentale nelle opere del cantautore siciliano).

“Esplosione nucleare” apre le danze con un’atmosfera carica ed epica, ma si rivela subito cupa e disincantata: “Un’esplosione nucleare non provoca questo dolore […] è vero che in noi tutti si nasconde quel bisogno di autodistruzione”

L’atmosfera cambia non appena subentra la melodia della chitarra di “Come d’altronde accade in amore”, canzone che passa dal rock energico al pop sofferto, che rispecchia una poetica marcata, attraverso maturità critica che però non si lascia avvelenare completamente dal pessimismo, rilasciando sul finale un retrogusto non del tutto amaro.

“Manipolazione genetica” si lascia andare ad uno stile leggermente jazz, un’aria soft, felice, a cavallo tra realtà e mondo onirico: “In questa stanza senza tempo non ho più vestiti ma soprattutto non sento gravità […]

Ancora non so dirti se io sto sognando o questa è la realtà”.

“Ordinario delirio” e “Brucia” parlano di solitudine, attraverso due stili molto diversi: la prima attraverso un’aria critica volta quasi all’insofferenza e alla noia: “Tutto gira così veloce tutti corrono chissà dove […] mi ritrovo a naufragare in un oceano di noia, tra vecchie idee impolverate che oggi non funzionano più”, mentre la seconda in modo molto più nostalgico e vivido.

“La dea” è invece uno dei pezzi più sofferti dell’album, dove voce e chitarra danzano scortate da una sezione di archi malinconici, in un inno evocativo, estremamente crudo, in cui Eliamo parla attraverso la propria visione delle muse dei poeti del passato.

Con “Universi alternativi” si passa ad un rock leggero, dolce e positivo, in cui l’artista si immagina un viaggio nello spazio e nel tempo per andare a riprendersi ciò che aveva perduto: “So che non mi conosci ma in un certo senso conosco già te.
Attraverso il portale sono tornato indietro da un giorno futuro.
Viaggiando nel tempo stanotte raggiungo te per cambiar ciò che è stato.
Come sarebbe andata se…”

“Ritorno nel nulla” parte ritmata e innocente per poi dar voce a quel sentimento di mancata appartenenza alla società, mentre “Dolcissimo ricordo” è un pezzo di pura matrice cantautorale.

Chiude il disco “Ti addormenti” attraverso un’immagine completamente opposta a quella iniziale, non più atmosfere astratte nate da pensieri e riflessioni dai retroscena bui, bensì una canzone leggera che regala immagini semplici ma estremamente cariche di emotività.