DISCOFORTICUT..

DISCOFORTICUT..

Un remake di musica elettronica, in grande stile, di gusto raffinato,

di uno degli episodi più kitsch della musica italiana anni 80…

Girls Of Summer di Sabrina Salerno…Cult!!

tratto dall’album FEMMES

 

 

guarda il video

Link YouTube: https://youtu.be/xF6tcpNh8FI

 

 

DISCOFORTICUT

Femmes”

autoproduzione

 

 

Femmes scaturisce dall’irriverenza e dall’odio per tutto ciò che è rassicurante.

Femmes sono le donne vissute, immaginate, sognate, possibili, lontane, azzurre, fantasmatiche.

Femmes è caldo, è deserto, è sudore ed insetti, ma è anche tundra, vento forte e malinconia glaciale.

Femmes è fuga, è desiderio bruciante, è dove vorresti essere quando ti svegli, è sale ed è aceto.

Femmes è jungla da elettrificare, è viaggiare su un divano rosso, dormire in terrazza, è non-luogo.

Femmes sono i posti che non vedrai mai, le donne che non incontrerai, la sabbia che non ti entrerà negli occhi, le spezie che non assaggerai ed i fiumi in cui non scivolerai.

Femmes sono dieci possibilità, dieci pozioni ritmiche ed emotive da sorseggiare lentamente, oppure da buttare giù tutto d’un fiato, dieci vestiti assopiti o fiammeggianti su dieci femmine a troppe miglia da qui.

 

BIO
Discoforticut prende forma, nella complicata primavera 2013, dall’inevitabile collisione di alcuni pianeti differenti in orbita sopra il cielo di Torino e dallo quale sopravvivono Discoforgia (produttore di musica elettronica) e Ut! (polistrumentista e videomaker documentarista ligure).

Mentre sbranano numerosi kebab a tarda notte decidono che è venuto il momento di dar vita insieme a qualcosa di differente e la loro attenzione si sposta subito sulla musica, sulla ricerca e la riscoperta di suoni etnici, su strumenti di dubbia provenienza raccattati negli anni in mercatini dell’usato di mezzo mondo, su cucchiaini battuti su bottiglie vuote dopo cena e chitarre acustiche senza falò, il tutto miscelato con l’irriverenza di drum-machines e synth analogici, campioni vocali rubati da vecchi dischi anni ’80 dimenticati in uno scatolone ed altri registrati da sconosciuti con un microfono per le strade della loro città.

Invitano altri a suonare con loro, a dire una frase, a schiacciare due tasti, impastano senza remore i loro background musicali così differenti, si perdono volentieri nel downtempo e nel pulsante fascino dell’universo femminile, si barricano per settimane in una baita sulle Alpi francesi, viaggiano fino a Rio de Janeiro, si fidano di Brian Eno e delle sue strategie oblique, si immergono nei racconti di James Ballard e nella verità estatica di Werner Herzog, si eccitano sul pennello di Kirchner, giocano, rischiano e si fanno male con l’ispirazione e la serendipità, partono da un punto per scrivere una frase, cercano un filo conduttore, poi lo tagliano, si abbandonano, rallentano, riciclano, accelerano ed infine, dopo 2 anni, si ritrovano con un album finito tra le mani.