Contro chi si prende troppo sul serio, intervista a Gli Scortesi

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Uscirà il 23 ottobre 2017 il disco d’esordio de ‘Gli Scortesi’ dal titolo ‘Non Sorridi Più’. Gli Scortesi sono una band nata nelle borgate di periferia a sud di Roma sul finire del 2015. Da allora tanti live, l’uscita di tre singoli (‘Gabbiani’‘Lexotan’ e ‘I Trentenni Non Esistono’) e le registrazioni in studio del primo LP, un disco realizzato con la collaborazione di Valerio Cascone in cui testi spiccatamente cantautorali incontrano suoni che richiamano il punk americano e il rock britannico, con influenze che vanno da Antonello Venditti, Weezer, Oasis, Francesco De Gregori ai Foo Fighters, Subways, Ramones e Ivan Graziani, per citarne alcuni.  Nel disco si parla dell’autodistruzione come risposta al disagio creato dall’incapacità di riuscire a fare i conti con il tempo che passa, il tutto filtrato dal punto di vista di protagonisti accomunati da un medesimo malessere.

Abbiamo fatto 4 chiacchiere con la band per conoscerla meglio.

1) Il vostro primo disco com’è nato?
È nato accumulando canzoni in sala prove. C’è sempre stata l’intenzione fin dall’inizio di fare un disco intero, senza passare per ep di breve/media durata. Abbiamo fatto uscire un paio di canzoni registrate singolarmente e poi ci siamo buttati nella registrazione.


2) Che musica ascoltate?
Ascoltandoci le influenze sono chiare.
Ascoltiamo ovviamente rock principalmente, la matrice comune, il posto da cui tutti e 4 proveniamo è il britpop. Ci piacciono i cantautori italiani, i Prophilax e via discorrendo…


3) Cosa pensate dei vostri colleghi del panorama indipendente italiano?
Che si prendono troppo sul serio.


4) Avete mai pensato di andare ad un talent?
In gruppo mai, perché 2 su 4 di noi rifiuterebbero a prescindere. Magari un giorno ci andrò da solo (Marco). l’unico problema è che ho paura delle file. Se devo stare 12 ore in fila dietro le transenne non ci vado.


5) Dove possiamo ascoltarvi dal vivo?
Presenteremo il disco a Le Mura a Roma il 26 ottobre. Più avanti speriamo di poter girare un po’ e farci sentire in giro.